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New Atlanteans (Canada)

ISBN: 978-1-897510-65-0

© Antonov V.V., 2010


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Gli scalini del Percorso spirituale
(lezione)

La persona che si trova sicura sul giusto Percorso religioso può superare i seguenti sette scalini:

1. L’acquisizione della giusta comprensione della Meta superiore e dei metodi per raggiungerLa.

2. La trasformazione di se stesso che deve corrispondere all’idea di Dio riguardo all’etica tramite l’eliminazione delle imperfezioni etiche e lo sviluppo delle qualità necessarie. La principale di quelle qualità è l’amore.

3. La raffinazione di se stesso come consapevolezza, con lo scopo della penetrazione nei superiori strati dello spazio pluridimensionale (eoni, lochi), il più sottile dei quali è la Dimora della Consapevolezza Primordiale Universale, cioè Dio-Padre, il Creatore.

4. Lo sviluppo quantitativo della consapevolezza raffinata.

5. L’acquisizione dei metodi dell’Unione con Dio.

6. Il rafforzamento dello stato di se nell’Unione con il Creatore.

7. L’acquisizione delle capacità Divine e l’aiuto alle creature incarnate nella qualità di Spirito Santo.

 

Per la maggior parte dei lettori, dopo le informazioni che loro hanno avuto in precedenza, tale impostazione del problema può sembrare inaspettata e poco credibile. Ma proprio questo Dio c’insegna durante tutta la storia dell’umanità, tramite i profeti e anche Lui di persona, manifestandosi nel corpo umano come Messia, Avatar, Cristo (queste parole hanno lo stesso significato nelle lingue diverse).

Il senso della vita di ognuno di noi è lo sviluppo di se stessi come consapevolezza, prima dentro il corpo, che è una capienza temporanea, e dopo fuori dai suoi confini e anche nell’infinito universo pluridimensionale.

Questo sviluppo segue due direzioni principali: quantitativa e qualitativa.

La prima direzione ha tre componenti: intellettuale, etica e anche la raffinatezza.

La direzione quantitativa sottintende la crescita del “grumo” dell’energia della consapevolezza individuale, il quale in seguito, tramite i metodi speciali meditativi, si riunisce all’Oceano della Consapevolezza Primordiale Universale, chiamato nelle lingue diverse: il Creatore, Dio-Padre, Geova, Allah, Tao, Ishvara, Svarog ecc.

… L’Universo è pluridimensionale. Questo non è un ragionamento matematico, ma una realtà che potrebbe essere sperimentata proprio dall’uomo. Le dimensioni spaziali sono state conosciute dai pratici religiosi moltissimo tempo fa. Nella lingua greca essi si chiamavano eoni, in sanscrito — loca, in Agni-yoga è stato usato il termine “strati”.

La suprema primordiale dimensione spaziale è la Dimora della Consapevolezza Primordiale Universale, la Quale, com’era descritto nel modo approfondito nella Bhagavad Gita, periodicamente crea il mondo “manifestato” tramite la densità delle particelle elementari dell’energia cosmica (protoprakriti) sino allo stato materiale. Sulle “isolette” create dalla sostanza densa vanno ad abitare le particelle microscopiche di un altro tipo di energia — protopurusha, esse sono destinate, tramite numerose incarnazioni nei corpo organici, a sviluppare se stesse per diventare la Divinità e dopo riunirsi alla Consapevolezza Primordiale, arricchendoLa.

Questo processo dello sviluppo delle anime inizia dalla primaria formazione dei grumi dell’energia sui cristalli, dopo seguono le incarnazioni nei corpi vegetali, in seguito animali e alla fine in quelli umani.

Il compito degli umani è, essendo la tappa conclusiva dello sviluppo dell’anima individuale, usare tutte le forze per raggiungere in breve tempo la Divinità e l’Unione con il Creatore.

* * *

“La Creazione del mondo” non è la manifestazione di tutto l’universo. Gli astronomi osservano continuamente la nascita dei nuovi sistemi stellari e planetari.

Gli altri che hanno concluso la loro vita muoiono nei “buchi neri” creati da Dio. Questa è la loro “fine del mondo”. Le anime che non hanno fatto in tempo a raggiungere la Divinità si disfano e tornano allo stato di protopurusha. E la materia degli “isolotti” e dei corpi materiali degli umani, animali e vegetali torna ad essere protoprakriti, diventando il materiale per le nuove future creazioni.

Insieme protoprakriti e protopurusha si chiamano con il termine akasha.

Abbiamo già parlato tanto della struttura dell’universo pluridimensionale. Adesso vorrei chiarire che tale struttura è come per esempio le onde radio che hanno la frequenza delle vibrazioni diversa, che esistono contemporaneamente nello stesso spazio senza incrociarsi e quasi non agiscono l’una sull’altra. E tutte si trovano nella profondità della pluridimensionalità sopra il mondo della materia solida, inclusi i nostri corpi materiali; noi nelle condizioni naturali non le percepiamo.

Proprio in questo modo gli spiriti che abitano negli eoni grossolani non vedono e non percepiscono quello che accade negli eoni sottili che sono in profondità. Nonostante siano guidate proprio da lì.

… Trasferirsi negli eoni più sottili è possibile soltanto nello stato incarnato tramite gli sforzi spirituali. La trasformazione (“trasmutazione”) dell’energia della coscienza accade solamente nella specializzata “fabbrica della trasmutazione” che in realtà è un corpo, capace di assorbire e consumare l’energia ricevuta dalla lavorazione del cibo materiale che è necessario per la trasformazione e la crescita del “grumo” della coscienza.

Adesso diventa semplice capire che nessun altro con le sue preghiere potrà mai trasferire le anime dall’eone dell’inferno nell’eone del paradiso. La leggenda che Gesù Cristo ha liberato i peccatori dall’inferno contiene un’informazione che è stata cambiata: Lui salvava i peccatori, ma quelli incarnati, donando loro l’Insegnamento di Dio tramite il Quale essi si liberavano dalle sofferenze terrene e non, tramite la raffinatezza della consapevolezza con l’aiuto dell’amore-tenerezza, il perdono, la compassione, la liquidazione dell’egocentrismo e della grossolanità.

* * *

Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che in letteratura a volte si può trovare l’uso del termine “la quarta dimensione” non adeguato. La stessa cosa si può vedere anche nel “Libro di Gesù Cristo”*, nel quale Gesù usava questo termine parlando con l’ascoltatore “nella sua lingua”, cioè operando con le parole che erano usate dall’ascoltatore e con i loro significati che lui conosceva. Nello stesso libro questo termine è stato usato in due significati diversi e tutti due non erano adeguati: come la Dimora di Dio-Padre e come un insieme d’eoni non materializzati.

In realtà basandosi sulla logica della creazione di questo termine “la quarta dimensione” è proprio il mondo materiale, l‘esistenza nella quale corrisponde non a tre “dimensioni”, ma a quattro: lunghezza, larghezza, altezza e tempo.

* * *

Adesso continuiamo il discorso sull’Evoluzione universale.

I primi ad abitare “sull’isolotto” della Creazione sono gli Spiriti che hanno già raggiunto la Divinità durante la Loro evoluzione sugli altri “isolotti”. Proprio Loro diventano i Costruttori e Curatori dell’evoluzione della vita su tali pianeti.

Tutto lo spazio dentro e intorno della nostra Terra è penetrato dalle Loro Consapevolezze gigantesche e l’Insieme di Loro si chiama lo Spirito Santo o il Brahman.

Con altre parole, come adesso il lettore può capire, lo Spirito Santo non è “l’irradiamento” di Dio-Padre (o di Dio-Padre e di Dio-Figlio). No! Lo Spirito Santo è un insieme delle Vive Consapevolezze Divine raffinate che ci amano, c’insegnano, c’educano, si trovano continuamente dentro e fuori dai nostri corpi. Loro sono sempre liete quando noi stiamo rivolgendo a Loro la nostra attenzione con l’amore verso Loro e con la prontezza di accettare il Loro aiuto per avvicinarci a Loro, al Loro stato.

La stessa cosa si può dire anche della Consapevolezza del Creatore. Essa si trova nella profondità della pluridimensionalità, è infinita.

Essa come lo Spirito Santo esiste dentro (nella profondità pluridimensionale) sotto ogni cellula dei nostri corpi. La distanza da Lui non è più grande… dello spessore di un foglio di carta, com’è stato detto da Gesù Cristo*.

Non c’è bisogno di volare o andare lontano alla ricerca di Dio: Lui è qui e adesso, proprio in noi. Solo nell’eone diverso. E soltanto la nostra grossolanità per causa dell’ignoranza religiosa e della coscienza poco sviluppata ci separa da Lui.

Dentro di noi stessi, nel profondo dei nostri cuori spirituali dobbiamo cercare Dio. Questa formula famosa non è una bellissima metafora, ma una concreta indicazione della direzione del compiere i nostri sforzi.

… Esistono anche altri eoni che si distinguono secondo il livello della sottigliezza-grossolanità. I più sottili dei quali sono del paradiso, invece i più grossolani sono dell’inferno.

Quindi, se vogliamo evitare l’inferno dopo l’abbandono del corpo morto, allora dobbiamo già da adesso imparare ad esistere solidamente soltanto negli stati puri e sottili della consapevolezza.

Perché lasciando il corpo, dopo noi rimaniamo nello stato al quale ci siamo abituati durante la vita nel corpo.

In corrispondenza a questo noi saremo nell’eone, abitato dalle creature simili a noi: cattive, rabbiose, irritate, false o al contrario tenere, calme, premurose, amorevoli…